mercoledì 21 agosto 2013

Investire in vino

investire vinoNegli ultimi anni c'è stata una rimarchevole correlazione fra prezzi dell'oro e del vino. Di recente però si sta cominciando a vedere una divergenza, con i prezzi del lingotto ormai vicini al territorio del mercato ribassista, mentre i vini di pregio continuano ad andare bene.

Uno dei principali indici di settore, il Liv-ex Fine Wine 100 Index (Livx100) ha triplicato il suo valore negli ultimi 10 anni, peraltro una crescita minore dell'oro, che invece ha quadruplicato le quotazioni. Nel corso del 2013 però è stato vero al contrario: il benchmark delle bottiglie è cresciuto di circa il 6%, mentre i corsi del bullion sono calati del 17%.

Molti investitori istituzionali hanno oggi meno fiducia nei metalli preziosi: uno tra tutti è il Credit Suisse, che vede i prezzi intorno a 1.100 dollari l'oncia entro fine anno. Ma le prospettive continuano a essere positive per il vino: il Wine Investment Fund, che gestisce circa 50 milioni di dollari di asset, si aspetta che il Liv-ex cresca di un altro 7,6% per la fine del 2013. Le ragioni dietro il fenomeno di correlazione di questi anni sono racchiuse nel fatto che entrambi sono asset fisici e hanno quindi raccolto il favore degli investitori nel periodo del quantitative easing.

L'anno passato il totale di oro detenuto dagli Etc era maggiore dell'ammontare nei forzieri delle banche centrali. Nel 2013, sull'onda del boom azionario, gli Aum degli Etc specializzati sull'oro sono calati del 18%. Attualmente la quantità di metallo giallo detenuta da questi strumenti è pari a circa 2.632 tonnellate metriche. Peraltro nella prima parte di quest'anno l'offerta non è certo mancata: nel corso dei primi mesi dell'anno le nuove vendite d'oro da Etc sono cresciute di 477,7 tonnellate, più del totale dei due anni precedenti combinati. Il processo di inversione potrebbe essere notevole e, secondo Ric Deverell, head of commodities research di Credit Suisse, in cinque anni i corsi potrebbero scendere sotto 1.000 dollari l'oncia.

Per il momento invece i vini di pregio sembrano tenere meglio, anche se pure in questo settore c’è il rischio dello scoppio di una bolla. Infatti per quanto questa risorsa abbia assunto di recente i contorni del bene rifugio, le correzioni possono avvenire anche per un periodo prolungato di tempo. Il Liv-ex Fine Wine 100 ha infatti vissuto finora un 2013 di forte ripresa, dopo però una correzione di circa il 15% nel 2011 e dell’8,9% nel 2012. Secondo quanto dichiarato da Yannick Naud, fund manager di Glendevon King, i prezzi del Bordeaux con invecchiamento fino a 10 anni dovrebbero calare.

Chris Smith, investment manager del Wine Investment Fund, sottolinea: «Il vino è un asset fisico con un suo valore intrinseco. È vero che in passato le quotazioni sono forse cresciute troppo, con un accenno di bolla, vi è stata però già una correzione, che probabilmente è stata eccessiva». Il futuro ci dirà se le strade di vino e oro andranno a divergere, con il primo solidamente in ripresa e il secondo in rientro da una fase di espansione eccezionale.

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