venerdì 9 agosto 2013

Investire in oro e commodity–estate 2013

crollo-oro-investireDopo 12 anni di crescita ininterrotta, l’oro sta vivendo un momento negativo sui mercati finanziari, con quotazioni in calo di circa un quarto rispetto ai massimi toccati nell’autunno del 2011 (1.921 dollari l’oncia).

Pur se in maniera meno evidente, anche le altre commodity, dall’argento al petrolio, non se la passano bene. Sulle cause di questi cali pesano ragioni differenti, mentre è comune il sentore tra gli addetti ai lavori che le difficoltà potranno proseguire anche nei mesi a venire.

Quindi è l’occasione di riconsiderare il mix di investimenti sia per chi è già esposto su questa asset class (ed è chiamato a valutare la convenienza di proseguire su questa strada), sia per chi invece ne è sprovvisto (e potrebbe considerare di approfittare dei cali recenti per prendere posizione.

Previsioni sull’oro per il 2013

L’attenzione è concentrata in particolare sull’andamento dell’oro, che nei primi mesi dell’anno ha innestato la retromarcia scendendo sotto quota 1.360 dollari l’oncia, per poi recuperare un po’ di terreno.

Alcuni esperti, tra cui il finanziere George Soros che da tempo parlava di «bolla dell’oro», attribuiscono il calo in primo luogo al rasserenarsi della situazione macro. Con gli Stati Uniti che vedono scendere progressivamente la disoccupazione (ormai al 7,5%) e la Cina che ha ripreso a crescere sopra il 7,5% annuo, non vi sono più grandi motivi per fuggire dai mercati finanziari e cercare protezione in asset reali come l’oro. Dello stesso avviso è Goldman Sachs, che ha rivisto al ribasso le stime per l’anno in corso (1.450 dollari l’oncia) e il prossimo (1.270).

Altri leggono la contrazione in primis con ragioni di analisi tecniche: le prime vendite di febbraio hanno rotto al ribasso importanti supporti, provocando così un effetto a catena tra quanti investono guardando i grafici. Il resto lo hanno fatto le voci di possibili vendite delle riserve aurifere da parte delle banche centrali, che alcuni grandi investitori hanno deciso di anticipare.

Nevine Pollini, analista di Union Bancaire Privée (Ubp), vede invece lo storno recente come l’occasione per accumulare posizioni, soprattutto da parte di chi negli anni scorsi non ha inserito il metallo giallo nel proprio portafoglio, in vista di prezzi intorno ai 1.500 dollari sia quest’anno, che il prossimo. L’esperto sottolinea, inoltre, che a lungo termine l’oro è una difesa contro la svalutazione delle divise del G7, dovuta alla forte espansione monetaria delle banche centrali.
 

Investire in argento e nelle altre commodity?

Anche le altre commodity soffrono. Le cose non vanno molto meglio per le altre commodity: hanno perso terreno tanto l’argento, quanto il petrolio, con Goldman Sachs che ha tagliato il target a tre mesi per il Brent è stato ridotto da 110 a 100 dollari al barile, così come quello per l’intero 2013 (da 110 a 105 dollari), a causa del rallentamento della domanda cinese.

La debolezza del petrolio, in realtà, risponde anche a ragioni strutturali: negli Stati Uniti si è aperta l’era dello shale gas: tramite il sistema della fratturazione idraulica del sottosuolo, le società del settore sono in grado di sfruttare nuove aree rocciose estraendo molecole di petrolio dallo scisto. Questi sviluppi hanno dato grande impulso alla produzione di greggio negli Stati Uniti, passata negli ultimi 12 mesi da poco meno di 6 milioni a oltre 7 milioni di barili al giorno. Tanto che l’Arabia Saudita vede uno scenario al 202 in cui, nella migliore delle ipotesi, il suo export nel settore resterà stabile.

Quanto ai piccoli risparmiatori, possono prendere posizione sia acquistando titoli di società specializzate in questi comparti, sia attraverso fondi comuni o Etc (variante degli Etf che hanno le commodity come sottostanti) che investono su un paniere diversificato di materie prime o su un singolo comparto (ad esempio energia, metalli preziosi e industriali e così via). Ve ne sono alcuni che hanno un sottostante fisico (come nel caso dei lingotti d’oro) e altri che invece sono costruzioni finanziarie.

Tutti aspetti da ponderare con attenzione quando ci si approccia alla scelta. Va comunque ricordato che le materie prime non sono adatte a chi investe con ottica di breve periodo, data la loro tradizionale volatilità. Mentre in un’ottica di lungo termine possono rivelarsi molto utili per aumentare la diversificazione di portafoglio, grazie anche alla loro bassa correlazione rispetto ad altre asset class.

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