martedì 9 luglio 2013

L’obbligazione delle Poste fa il pieno di richieste

Ordini per quasi 5 volte l'offerta per l'atteso bond di Poste Italiane collocato ieri agli investitori istituzionali. Le banche joint bookrunner (Banca Imi, Bnp Paribas, Deutsche Bank, Hsbc e Unicredit), assistite per gli aspetti legali da Allen&Overy, hanno raccolto ordini per oltre 3,6 miliardi di euro a fronte di un'emissione da 750 milioni.

Con il risultato che lo spread di rendimento sul tasso mid swap ipotizzato in mattinata in area 235 punti base si è poi ristretto a 225, con un rendimento a scadenza che nel tardo pomeriggio si era ridotto attorno al 3,1% in lettera sul mercato secondario. Il bond, per il quale la scorsa settimana i global coordinator Banca Imi e Deutsche Bank hanno organizzato un roadshow di presentazione presso gli investitori istituzionali, ha cedola 3,25%, scadenza 18 giugno 2018 e rating Baa2/BBB+/BBB+, rispettivamente di Moody's, S&P e Fitch, con outlook negativo per tutte e tre.

La nuova obbligazione è stata sottoscritta per il 35% da investitori italiani e per il resto da esteri, con Francia e Germania che hanno pesato ciascuna per il 20%. I nuovi titoli, che saranno trattati alla borsa del Lussemburgo, sono la prima emissione del programma Euro Medium Term Note da 2 miliardi approvato dal consiglio di amministrazione del gruppo lo scorso marzo. Per Poste Italiane si tratta di un ritorno al mercato dei bond per gli istituzionali, visto che l'ultimo in circolazione, pure da 750 milioni, è scaduto l'anno scorso (era stato emesso nel 2002). Il gruppo guidato da Massimo Sarmi ha approfittato ieri di una finestra favorevole di mercato all'interno della fase di rallentamento delle emissioni corporate degli ultimi giorni, a seguito delle dichiarazioni del governatore della Bce, Mario Draghi, che ha detto che per il momento la Bce non adotterà misure non convenzionali di supporto alla crescita.

Parecchie operazioni sono state infatti messe in stand-by, come l'ibrido di Enel. Intanto sul fronte internazionale ci sono poste che stanno per misurarsi invece con il mercato azionario. Il 19 giugno, infatti, inizierà l'ipo di Bpost, le poste del Belgio, controllate dal 50% più un'azione dal governo e per il resto dal fondo Cvc Capital Partners, che venderà sul mercato almeno il 23,5% del capitale a un prezzo compreso tra 12,5 e 15 euro, per una valutazione massima dell'intero gruppo di 3 miliardi. E l'ipo di Bpost sarà un test interessante per la britannica Royal Mail, per la quale il governo sta studiando un'ipo, che sarebbe la più grande privatizzazione del Regno Unito degli ultimi 20 anni.

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