venerdì 5 luglio 2013

Previsioni mercato Cina in rallentamento

I dati delle ultime settimane confermano la difficoltà di sostenere la ripresa economica. Se si esclude il caso della Gran Bretagna, dove si è notato un miglioramento nella dinamica della produzione e della domanda, i segnali europei sono e rimangono sempre molto deboli e recessivi. Anche gli Usa sono entrati in una fase del ciclo abbastanza frenata dalla riduzione della spesa pubblica e dall’aumento delle tasse iniziati tra il gennaio e il marzo scorsi. A ridurre ulteriormente le prospettive di ripresa non sono solo i segnali provenienti da Pechino a marzo e aprile che hanno confermato il rallentamento dell’economia cinese.

Si è partiti con la sorpresa negativa del Pil del primo trimestre 2013 (+7,7% su base annua contro 8- 8,2% atteso), per proseguire con la minore crescita della produzione industriale e arrivare alla discesa degli indici Pmi al cui interno si registrano cali nelle componenti che riguardano gli ordini e l’export. Al tempo stesso l’analisi delle quotazioni del mercato immobiliare mostra come negli ultimi sei mesi sia ripresa la corsa al rialzo dei prezzi delle case, alimentata da una domanda apparentemente sempre molto speculativa e guidata dalla ricerca d’investimenti facili e redditizi.

La presenza di questa duplice tendenza, rallentamento economico e ripresa della speculazione immobiliare, confermerebbe quanto già visto nei mesi scorsi, ossia la difficoltà strutturale dell’economia cinese nel riuscire a crescere in modo sano ai ritmi dei primi anni 2000. Per questa ragione anche il target governativo di crescita del Pil al 7,5% per quest’anno potrebbe essere complicato da raggiungere. L’espansione del credito pare sempre più asservita al rifinanziamento di debiti contratti per la realizzazione di investimenti sempre meno produttivi, piuttosto che allo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali. Non solo: negli ultimi anni il forte tasso di risparmio cinese ha dato la caccia a rendimenti sempre più speculativi e una parte della liquidità ha finito per essere investita anche in prodotti finanziari poco trasparenti e molto rischiosi, andando ad alimentare la leva finanziaria e rendendo pericolose le azioni di policy impostate sulla restrizione monetaria.

Questa situazione costituisce un serio problema per le autorità, poiché la maggior parte di questi investimenti ha una matrice pubblica e ha visto le autonomie locali giocare un ruolo chiave nella loro incentivazione e promozione. Il governo cinese è oggettivamente preoccupato da questa dinamica e dal livello qualitativo del credito, per cui dovrà tenerne conto nel dosaggio della politica monetaria che non potrà essere particolarmente espansiva e di conseguenza dovrebbe condizionare le possibilità di una nuova espansione del tasso di crescita. Ne consegue che l’effetto Cina sta amplificando i già deboli segnali di rallentamento e riducendo le prospettive di crescita globale.

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