Che cosa succederร se gli italiani saranno chiamati non solo a pagare l’imposta municipale unica che non hanno versato a giugno, ma anche la Tares che รจ stata posticipata e l’aumento dell’Iva? Come faranno i giร magri stipendi a sopportare un surplus di tassazione? E le aziende giร in crisi di liquiditร e ordini, dove troveranno i soldi?
Ovviamente tutti si rendono conto che Letta e i suoi ministri piรน che il governo del fare sono il governo del disfare, nel senso che smontano decisioni giร prese, in particolare sul bilancio dello Stato, ma non montano altro, preferendo rinviare o aspettare tempi migliori. Tuttavia, se i tempi migliori non arrivassero entro l’anno, come probabilmente non arriveranno, che cosa potrebbe accadere? Quali voragini si aprirebbero nel bilancio dello Stato? In quale baratro sprofonderemmo se, come ha stimato ieri Franco Bechis, nelle casse pubbliche mancassero una decina di miliardi di euro? Altro che investire un miliardo per dar lavoro ai giovani: qui mancano all’appello molti piรน soldi di quanto si dica e se domani non vogliamo pagare con gli interessi ciรฒ che non abbiamo corrisposto ieri, sarร il caso di aprire gli occhi.
Come abbiamo piรน volte scritto, fosse per noi metteremmo da subito mano alle spese, tagliando tutto ciรฒ che c’รจ da tagliare, a cominciare dagli sprechi di denaro della pubblica amministrazione. Ma ridurre la spesa comporta una fatica bestiale, bisogna scontentare qualcuno e sopportarne le proteste, che di solito sono chiassose. Insomma, roba da nervi saldi e non da persone che si impressionano subito e al primo strillo fanno retromarcia. Si potrebbe volendo mettere mano anche al patrimonio dello Stato che non viene utilizzato, vendendo caserme e edifici che non servono piรน. Tuttavia, ogni volta che ci si prova si incontrano mille resistenze, perchรฉ anche i palazzi dismessi hanno i loro difensori, e gli enti locali vogliono mettere bocca su tutto, negando l’autorizzazione a trasformare il fabbricato abbandonato in qualche cosa di utile. Risultato, per quanto ci si provi, nรฉ sul fronte delle spese pazze nรฉ su quello degli immobili lasciati andare in rovina c’รจ verso di trovare un euro.
Ci ha provato Tommaso Padoa- Schioppa quando faceva il ministro dell’Economia di Prodi, hanno ritentato Tremonti e anche il Monti senza tre (quello che si sente tanto apprezzato all’estero e sottovalutato in patria), ora ci si sta scornando Saccomanni, ciรฒ nonostante il risultato non cambia. Quindi bisogna tornare alla domanda di partenza: quando sarร passata l’estate e i ministri avranno fatto le vacanze ma non i compiti delle vacanze, che cosa si farร ? Per dirla ancora piรน chiara: a chi spetterร di privarsi di un bel po’ di soldi per tappare i buchi di quel groviera che รจ il bilancio dello Stato? A sentire i membri del governo alla fine una soluzione si troverร e non c’รจ da strapparsi le vesti ora. I nostri ministri fanno mostra di ottimismo e sembrano riporre molta fiducia nelle decisioni di Bruxelles, confidando che un bel giorno la prigione europea nella quale ci siamo rinchiusi sarร costretta ad aprire la porta delle celle, concedendo un ammorbidimento del rigore penitenziario cui ci siamo condannati.
Sarร perchรฉ siamo un po’ meno ottimisti dei rappresentanti dell’esecutivo, sarร perchรฉ certe lenze che stanno in politica le conosciamo bene e sappiamo che fidarsi รจ bene ma non fidarsi รจ meglio, sta di fatto che preferiamo essere guardinghi e tener bene gli occhi aperti su ciรฒ che bolle in pentola. Per questo ci corre l’obbligo di riferire una voce che da qualche tempo gira negli ambienti ministeriali e non solo. Il passaparola riferisce infatti che al momento giusto, quando la situazione si sarร ingarbugliata per bene e bisognerร porvi rimedio in tempi brevi; cioรจ quando il Paese sarร cotto al puntino da essere servito in tavola, ecco arrivare la madre di tutte le soluzioni, ovvero l’arma letale per il ceto medio, vale a dire il prelievo forzoso sui conti correnti.
La misura non รจ una novitร per gli italiani, perchรฉ in passato fu usata da Giuliano Amato per far quadrare i conti. Senza dir niente a nessuno e profittando delle tenebre, l’allora presidente del Consiglio non guardando in faccia a nessuno scippรฒ il sei per mille. Gente che doveva l’indomani pagare il mutuo, altri che si apprestavano a un acquisto e per questo avevano accumulato qualche risparmio depositandolo in banca, poveri pensionati che avevano incassato la liquidazione dopo una vita di lavoro, tutti si ritrovarono dalla sera alla mattina un po’ piรน poveri. La storia si ripete? Puรฒ darsi, almeno a sentire gli spifferi che girano in certi palazzi romani. Certo, conferme non se ne trovano e c’รจ da giurare che oggi, dopo la nostra anticipazione, fonti governative si incaricheranno di smentire l’ipotesi, giurando e spergiurando che nulla di tutto ciรฒ รจ allo studio. Sarร . Ma per parte nostra, avessimo due euro, staremmo in campana. Tanti sono giร corsi ad aprire un conto in Svizzera. Risparmiatore avvisato, mezzo salvato.
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