Da una parte il taglio del tasso di riferimento da parte della Bce, portato allo 0,5%, con in piรน la promessa di fornire alle banche liquiditร illimitata fino al 2014. Dall'altra parte la disoccupazione americana รจ calata ad aprile al 7,5%, dal 7,7%. In realtร se andiamo ad analizzare i dati con attenzione, si nota che la creazione di nuovi posti di lavoro รจ stata tutto sommato mediocre e risulta concentrata nel part-time (un possibile riflesso dello sviluppo della riforma sanitaria), tanto che l'aggregato degli stipendi pagati รจ sceso su base congiunturale. Inoltre la partecipazione alla forza lavoro rimane ai minimi degli ultimi 35 anni, con solo il 58,6% della popolazione compresa fra i 16 e i 64 anni di etร con un'occupazione.
Anche i dati sul Pil, rilevati in prima lettura in crescita del 2,5% su base congiunturale annualizzata, sono stati tutto sommato modesti, visto che le attese si collocavano intorno al 3%. In particolare, lascia perplessi il fatto che ormai gran parte della crescita Usa sembra creata dalla spesa pubblica, dalle facili condizioni di credito nell'auto, in pieno boom, e dalla ripresa immobiliare. Anche le trimestrali hanno fornito finora input contraddittori: gli utili sono risultati in generale discreti, con perรฒ parecchie delusioni dal lato del fatturato. Il risultato รจ che in questi mesi a sovraperformare sono stati soprattutto i comparti difensivi, come telecom e utility, in precedenza snobbati dagli investitori. Nonostante la guerra nucleare alla crisi da parte delle banche centrali, anche negli Stati Uniti permangono molte paure.
Dove investire – azioni Borsa USA

Ci sono ancora questioni normative da risolvere e la domanda di credito รจ debole, ma in termini di valutazione troviamo diverse opportunitร in questo comparto. L'industria energetica degli Stati Uniti รจ oggi rivoluzionata da nuove tecniche di perforazione, che consentono lo sfruttamento delle abbondanti risorse di scisto che coprono oltre la metร del territorio nazionale. Troviamo la valutazione di molte aziende del settore attraenti. Per quanto riguarda la tecnologia, si tratta di un tema in cui di recente abbiamo cominciato a investire in modo piรน aggressivo. La situazione finanziaria di queste societร non รจ mai stata migliore e le prospettive di crescita dei profitti sono positive. Il mercato sta prezzando gran parte delle migliori aziende tecnologiche come se fossero in un declino strutturale. Non condividiamo questo sentiment e consideriamo questa un'opportunitร per acquisire grandi gruppi a prezzi straordinariamente convenienti».
Di parere simile anche Herbert Perus, head of global equities di Raiffeisen Capital Management, che sottolinea le caratteristiche value dell'It: «I titoli piรน convenienti sono nel settore industriale, oltre ad alcuni appartenenti alle megacap tecnologiche. Vediamo Microsoft, Cisco e Apple come occasioni al momento. Tra gli industriali che ci piacciono citiamo Freightcar America e Urs Corporation ».
It anche per Dan Harlow, co-manager dell’Axa Wf Framlington American Growth Fund di Axa Investment Managers, che spiega: «I tecnologici attualmente scambiano a valutazioni che sono ai minimi storici e che hanno dimostrato di essere buoni punti di ingresso nel passa to». Un misto di ciclici e difensivi viene scelto da Simon Bailey di M&G Investments: «Tra i titoli su cui puntiamo negli Usa ricordiamo Microsoft, Johnson&Johnson, Novartis, Ups e Chubb».
Farmaceutico e ciclici anche per Denise Gugerli, dell’equity team di Swisscanto: «Vediamo le migliori opportunitร nei farmaceutici e nelle biotecnologie, cosรฌ come nelle infrastrutture e nell’auto. I comparti pharma/biotech beneficiano di nuove linee di prodotto, che stanno ottenendo successo nei test clinici, tipo i farmaci contro il cancro di Celgene e Onyxx o il nuovo prodotto per la cura dell'epatite C di Gilead. Infrastrutture e auto, invece, dovrebbero trarre beneficio dalla domanda accumulata».
Un ritorno di interesse nei confronti delle aziende energetiche vede Laura Tardino, market strategist di Bnp Investment Partners: «I settori tradizionalmente considerati value sono stati i protagonisti indiscussi di questa prima parte dell’anno, complici due circostanze: da un lato le valutazioni interessanti di inizio anno rispetto ai settori cosiddetti growth, dall’altro l’elevato dividend yield di molti titoli di questo spazio. Forse la stabilizzazione del prezzo del petrolio potrebbe favorire le societร energetiche, fin qui sostanzialmente poco considerate dagli investitori, i cui prezzi sono appetibili».
La ricerca di crescita viene sottolineata da Evan Bauman, co-manager di Legg Mason ClearBridge Us Aggressive Growth Fund: «Le economie del mondo stanno crescendo lentamente, cosรฌ divengono desiderabili quelle aziende che possano mostrare una sostenibile crescita degli Eps a doppia cifra. Una societร che ha questa caratteristica negli Usa รจ Cree, che produce Led a bassissimo consumo energetico».
Chi invece all'It fa le pulci รจ Sebastian Werner di Deutsche Asset & Wealth Management, che avverte: «Al momento vediamo capex in crescita, ma ancora modesti. Le spese in hardware software devono ancora svoltare dopo il debole secondo semestre del 2012. I commenti da parte di Ibm e Oracle sul fatto che ci vuole piรน tempo per chiudere i contratti suggeriscono indecisione tra i buyer delle aziende su quale tipo di budget tecnologico adottare. Le decisioni saranno prese nei prossimi trimestri e il livello di investimenti aziendali dovrebbe crescere». Infine, se Werner รจ cauto, Wouter Sturkenboom, investment strategist di Russell Investments rimane proprio alla larga dagli Usa: «Le migliori occasioni possono essere trovate nei mercati emergenti e in Europa».
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