mercoledì 17 luglio 2013

Su quali paesi emergenti investire?

Oltre ai classici paesi emergenti BRICs si sono aggiunti nuovi paesi, denominati di frontiera, che dall’Asia, Est Europa, Sud America ma perfino Africa, allargano gli orizzonti degli investitori.

Ma anche per i paesi emergenti si sente aria di rallentamento e pericolo bolle, è quindi necessaria un’attenta selezione.

Le borse emergenti non perdono di fascino, nonostante una crescita economica inferiore rispetto al passato. Ne è convinto Matteo Bosco, country manager per l’Italia di Aberdeen Asset Management, società britannica di gestione del risparmio che proprio sui paesi emergenti ha focalizzato la sua attenzione. Non a caso due fondi della società — Aberdeen Global Asian Smaller Companies Fund A2 e Aberdeen Global Emerging Markets Smaller Companies Fund A, hanno conquistato i Morningstar Award delle rispettive categorie di riferimento e la sg ha vinto anche un premio di squadra.

Da inizio anno i listini emergenti non hanno dato grandi soddisfazioni... «La correzione dei prezzi di borsa può rappresentare una buona occasione di accumulo per gli investitori di medio e di lungo periodo, dato che alcune società hanno migliorato i loro fondamentali e perché i paesi stessi sono generalmente meno indebitati e possono sostenere politiche di rilancio più vigorose rispetto ai paesi occidentali».

Quali sono i principali rischi potenziali? «Il maggiori pericoli che noi intravediamo sono collegati all’aumento dell’inflazione e al basso livello dei tassi di interesse. Il perdurare di una politica monetaria accomodante potrebbe causare un utilizzo di capitali a basso prezzo capace di portare alcune società a sbagliare gli investimenti e di conseguenza a perdere la loro qualità».

In quali paesi e in quali settori ci sono le maggiori potenzialità di performance? «Preferiamo guardare alla qualità delle società e al loro possibile sviluppo piuttosto che cercare di capire cosa faranno i vari paesi o settori. Rispetto ai principali listini asiatici posso dire che tra India e Cina preferiamo generalmente la prima perché in Cina il coinvolgimento statale nella gestione delle società è ancora troppo rilevante».

E tra i settori? «Le banche, perché la finanziarizzazione dei paesi emergenti è ancora molto bassa. E poi i titoli legati allo sviluppo delle infrastrutture, che hanno caratteristiche di prevedibilità e che possono giocare un ruolo interessante nella stabilizzazione dei flussi di dividendo».

0 commenti:

Posta un commento