Nello specifico si aggiunge anche il fatto che, a differenza di altre tipologie di prodotti, in questo caso il made in France non appare collocato in una fascia a elevatissimo valore aggiunto. Il risultato è che la perdita di quote di business è stata ancora più rapida della discesa, già impressionante, del mercato europeo nel suo complesso.
«Le case automobilistiche francesi Peugeot e Renault hanno da poco pubblicato i bilanci per l’esercizio 2012. A giudicare dalla svalutazione annunciata venerdì scorso da Peugeot Sa per un onere non monetario di 4,7 miliardi di euro, le prospettive della società e di alcune concorrenti europee sono ancora scoraggianti. Secondo S&P, il mercato automobilistico della regione versa in condizioni disastrose. L’eccesso di capacità produttiva e la generale incertezza economica hanno fatto scendere i tassi di utilizzo di vari stabilimenti al di sotto della soglia di redditività. Si continua a bruciare liquidità e i corsi azionari, come prevedibile, ne soffrono».
Ciò che per certi versi impressiona dell'auto francese, e in generale dell'Europa al di fuori della Germania, è avere evitato completamente quel processo di ristrutturazione e diversificazione geografica che, invece, come abbiamo visto, è stato profondo e, tutto sommato, non scevro di successi in altri comparti.
Ironicamente, se oggi Peugeot deve ricorrere agli aiuti di stato, è proprio a causa della stessa ingerenza statale che ha ostacolato il cambiamento in Europa. Ma non si può rimandare all'infinito: bisogna prendere alcune decisioni, per quanto difficili. Altrimenti, si continuerà ad accumulare perdite e bruciare liquidità.
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