mercoledì 8 maggio 2013

Su quali azioni italiane investire?

Non mancano a Piazza Affari le occasioni interessanti per un investitore che si muova sul lungo periodo e che non si faccia impressionare dalle attuali turbolenze. Alcune società si sanno muovere con efficacia in alcune nicchie del mercato globale e spesso le quotazioni sono molto interessanti.

Nonostante la tremenda recessione industriale e le geremiadi sulla mancanza di competitività industriale, l’Italia non è un deserto a livello manifatturiero e dei guadagni sul mercato possono essere senz’altro portati a casa, magari in un’ottica di lungo periodo. A livello globale gli investitori cercano titoli di aziende che operano in nicchie tecnologiche ad alta crescita, in condizioni di concorrenza limitata e possibilmente con valutazioni non eccessive. La buona notizia per il nostro mercato è che imprese con queste caratteristiche non mancano, anche se probabilmente realizzarne il valore richiederà tempo e un buon grado di sopportazione del rischio.

Le valutazioni sono depresse dalla situazione politica attuale e ci sono molte aziende interessanti che si possono acquistare a buon prezzo in questo momento. Tra i titoli che possediamo nei nostri fondi che hanno valutazioni interessanti, si possono citare: Piaggio, Ansaldo, Sts, fornitore di attrezzature per l’industria ferroviaria, e Cembre, una piccola impresa specializzata in connettori elettrici.

Altri nomi li aggiunge Alessandro Aspesi, di Threadneedle Investments, che si concentra sulla forza competitiva delle aziende italiane in portafoglio: «Diasorin, De Longhi, Banca Generali e Salvatore Ferragamo sono titoli sui quali crediamo molto e che sono presenti nei nostri portafogli. Tutte queste azioni hanno un comune denominatore: la capacità di esercitare un potere sui prezzi e forti barriere all’entrata».

«Riteniamo che esistano molte società ben gestite e profittevoli anche in Italia. In primo luogo quelle con capitalizzazioni meno importanti, ma soprattutto quelle con una gran parte del fatturato che dipende dall’export. Chi è in grado di sfruttare la crescita nelle altre aree geografiche ha tassi di crescita più stabili e importanti ».

IL LUSSO E LE SMALL CAP 

Se in questo campo si entra nello specifico di chi riesce ancora a espandersi all’estero, si ottiene un mix di risposte interessante. Infatti non sorprendentemente il lusso piace, così come le piccole-medie aziende che operano in nicchie tecnologiche. Parliamo di aziende come Ferragamo, Tod’s, Luxottica, Pirelli, Brembo, Diasorin, Yoox, Sorin, Safilo, Eni, Saipem, Astaldi, Impregilo, Danieli, De Longhi, Exor, Esprinet, Safilo, Geox, Autogrill, Prysmian.

La marcia verso la guarigione del paese, anche in termini di pieno reintegro nei portafogli degli investitori, sarà lunga e faticosa.




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