lunedì 27 maggio 2013

Investire in Europa ora? Tra crisi e austerità

Anche la ferrea Bundesbank si sta arrendendo all’evidenza. Le parole pronunciate settimana scorsa dal numero uno della banca centrale tedesca, Jens Weidmann, hanno di fatto aperto la porta a un nuovo taglio del costo del denaro da parte della Banca centrale europea per dare fi ato all’economia dell’eurozona e in particolare a quella tedesca che non si sta mostrando più in grado di far percorso di testa.

Weidmann, aveva aperto alla possibilità di un taglio dei tassi in presenza di un peggioramento del quadro macro. Weidmann, rimarcando che comunque la politica monetaria da sola non è in grado di risolvere i problemi strutturali di Eurolandia, ha specifi cato che il taglio dei tassi si potrebbe materializzare in presenza di un peggioramento del quadro macro.



E puntualmente gli ultimi dati hanno messo nero su bianco il deterioramento della congiuntura tedesca. Al Pmi manifatturiero di aprile inferiore alle attese si è aggiunto l’indice Ifo business climate scivolato questo mese a 104,4 punti dai 106,7 precedenti (consensus era 106,2).

In calo anche l’indice Ifo sulla situazione corrente passato da 109,9 a 107,2 punti. Germania che deve fare i conti con il rallentamento del mercato auto interno (-17,1% a marzo) e i possibili risvolti negativi per i colossi tedeschi delle quattro ruote della forte svalutazione dello yen rispetto all’euro che va a penalizzare Volkswagen & co rispetto ai peers nipponici.

Le prospettive di Berlino per l’intero 2013 non sono quindi delle più rosee con il Fmi che vede un risicato +0,6% quest’anno e alla luce dei dati pervenuti nelle ultime settimane non è certo che verrà rispettata la previsione della Bundesbank chi un pronto un ritorno alla crescita per la congiuntura tedesca nel primo trimestre dopo il -0,6% t/t fatto segnare nell’ultimo scorcio del 2012.

Sono pertanto sempre più concrete le possibilità di un taglio del costo del denaro da parte della Bce già nel meeting del 2 maggio e unì’ulteriore sponda potrebbe arrivare dai dati in arrivo settimana prossima sull’inflazione dell’eurozona, attesa all’1,6% ad aprile (livello più basso dal 2010) grazie principalmente allo sgonfi arsi dei prezzi energetici. Ma basterà un taglio dei tassi a risollevare l’umore della congiuntura del vecchio continente? Bill Gross, fondatore e co-chief investment offi cer di Pimco, si mostra dubbioso in tal senso. “Aspettatevi presto un taglio dei tassi da parte della Bce - ha scritto Gross in un messaggio su Twitter - ma potrà condurre a una crescita reale? Diffi cile”.

L’euro ha bisogno di andare giù, ha aggiunto Gross. Gli esperti di Barclays, che hanno rivisto la loro view sui tassi prevedendo un taglio di 25 punti base a maggio, fanno inoltre presente che l’Eurotower potrebbe valutare di mettere in campo anche un nuovo round di misure non convenzionali, tra cui un altro LTRO che per risultare più attraente per le banche potrebbe essere fatto a 3-5 anni. Ma questi ulteriori stimoli, rimarca la banca britannica, diffi cilmente arriveranno già il 2 maggio.

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