domenica 19 maggio 2013

Recensione libro sul banchiere Geronzi

libro-banchiere-geronziPraticamente è stato considerato il diavolo, capace di qualsiasi azione pur di conservare il proprio potere e di ampliarlo. Cesare Geronzi, il banchiere protagonista della maggior parte delle vicende finanziarie e politiche italiane degli ultimi 20 anni, ha deciso di vuotare il sacco con un giornalista tutt'altro che amico, Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della sera che nel corso degli anni lo ha più volte beccato e spesso aspramente criticato, al punto che (è lo stesso Mucchetti a ricordarlo) Geronzi telefonò a Carlo De Benedetti per chiedere la testa del giornalista, che allora lavorava all'Espresso.



Ne è uscito un libro di 365 pagine di dialogo a tutto campo fra uno dei giornalisti finanziari più competenti e coraggiosi e il banchiere, che risponde in maniera diretta a tutte le domande, anche le più scomode. Vengono passate al setaccio in maniera minuziosa (talvolta anche troppo) tutte le vicende finanziarie degli ultimi anni, senza troppi complimenti per tutti coloro che in qualche maniera hanno avuto modo di incontrare e scontrarsi con Geronzi.

Alcuni giudizi su manager bancari o assicurativi non sono certo leggeri e raramente l'ex presidente di Capitalia e delle Generali si tira indietro. In alcuni casi si limita a dire che le voci su un dato fatto o su un suo comportamento semplicemente non erano vere. In questo modo sono raccontati la nascita di Capitalia e l'inizio delle prime fusioni bancarie italiane, il sostegno dato a Berlusconi quando ebbe bisogno dell'aiuto determinante delle banche per tenere in piedi una Fininvest che rischiava di crollare, la congiura che lo estromise dalle Generali dopo meno di un anno di presidenza, tutte le vicende che hanno riguardato il Corriere della sera e buona parte della grande editoria italiana, per non parlare degli scandali Parmalat e Cirio.

Non mancano neppure i giudizi su Enrico Cuccia, l'onnipotente capo di Mediobanca, nei cui confronti Geronzi ha una stima quasi illimitata, anche se non manca qualche ironia, per esempio quando ricorda che l'ex ufficio di Cuccia non è stato più preso da nessuno dopo la sua morte ed è stato lasciato così com'era, quasi una sorta di sacrario laico. Il libro va letto con calma: non è certamente un testo di facile consumo, anche perché spesso entra nei particolari tecnici di operazioni tutt'altro che semplici. Ma è indubbiamente un documento di grandissimo interesse per comprendere le vicende politico-finanziarie degli ultimi anni.

Sicuramente Geronzi si conferma uomo di grande abilità, capace probabilmente anche di essere sincero in molte parti e soprattutto in grado di spostare verso se stesso notevoli simpatie per la cultura, l'indubbia capacità, l'ironia e la competenza che dimostra. In qualche momento si coglie qualche lampo che desta paura nel lettore. Ma dal diavolo ce lo potevamo aspettare.

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