lunedì 20 maggio 2013

Dividendi azioni italiane 2013 pagati il 20 maggio

dividendi italiaStagione dei dividendi giocata a due corsie. Dopo l’anticipo di Telecom, Fiat e Prysmian con il DivDay, anche quest’anno l’appuntamento più atteso del mese di maggio su Borsa Italiana si presenterà poco sostanzioso, confermando quel clima di austerity che già lo scorso anno aveva caratterizzato le big del listino milanese, tradizionalmente generoso nella remunerazione dei propri azionisti.

Tra conferme e delusioni non mancano tuttavia alcune interessanti novità che sembrano convalidare il vecchio assioma per cui la corposità del dividendo, in quanto indicatore dello stato di salute della stabilità e maturità finanziaria di una società, è in linea teorica inversamente proporzionale alle aspettative di crescita e investimento della medesima.

Società del lusso: Tod’s, Luxottica e Salvatore Ferragamo

E’ questo il caso del settore del lusso italiano entro il quale si annoverano alcuni big dell’indice FTSE Mib come Tod’s, Luxottica e Salvatore Ferragamo, ma anche astri nascenti quali la new entry Brunello Cucinelli, marchio Made in Italy del cashmere. Dai conti economici penalizzati solo parzialmente dalla crisi dei consumi della penisola italiana e dalle prospettive di crescita degli utili già parzialmente anticipati dall’incremento dei cash flow, le maison della moda di alta gamma hanno quindi deciso di alzare l’asticella dell’importo dividendo.

In particolare, il gruppo Luxottica con una data stacco prevista il prossimo 20 maggio di 0,58 euro per azione, equivalente ad un rendimento dell’1,37% rispetto ad un prezzo spot di 42,11 euro, propone un incremento di oltre il 18% rispetto ai 49 centesimi staccati a maggio 2012. Segue Salvatore Ferragamo in termini di performance positive sull’importo dividendo. Il secondo appuntamento con la stagione dei dividendi per la casa di moda italiana vede infatti un incremento del 17,8% dai 0,28 euro dell’esordio ai correnti 33 centesimi, equivalenti ad un rendimento dell’1,37% sui 23,11 euro a cui è scambiato il titolo.

Anche Tod’s, pur chiudendo il primo trimestre con una crescita negativa in termini di reddito, si appresterà a distribuire una cedola più ricca, passando dai 2,50 euro dello scorso esercizio ai 2,70 di quello corrente, equivalente ad un rendimento di 2,35 punti percentuali rispetto ad un prezzo spot di 114,80 euro. A fronte della sostanziale crescita del valore di mercato su Piazza Affari delle tre big del settore, gli analisti continuano a segnalare i tre titoli come buy opportunity, non tanto in quanto asset ad alto rendimento, quanto più per le prospettive di dividendo crescente, grazie alla buona solidità finanziaria e alla fiducia della capacità di confermare le attese degli azionisti in termini di crescita degli utili.
 

Dividendi delle banche

L’esubero di liquidità non ha allargato i cordoni del settore del credito italiano. Se la politica lassista ed espansiva portata avanti dalla FED non solo ha portato la capitalizzazione di mercato degli indici a stelle e strisce sui massimi, ma ha gettato le basi per una “abbuffata” anche dal lato dividendi, soprattutto su quelle società legate al settore dei consumi, il volume in entrata sul bancario continua a soffrire del rischio liquidità per cui lo stesso aumento dei dividendi, incentivo all’investimento di lungo termine, sortirebbe l’effetto contrario.

Continuano infatti a non distribuire la cedola alcuni nomi importanti del listino milanese, come Banco Popolare, BPM e Monte Paschi di Siena, mentre hanno chiuso i rubinetti Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Mediobanca.

Si presenta invece all’appuntamento con il Div Day Unicredit, dopo un anno fuori dalle scene mentre conferma i 0,5 centesimi Intesa Sanpaolo. Gli investitori tuttavia sembrano aver apprezzato le politiche di risparmio decise o imposte dai CdA dei principali istituti di credito del paese in linea con l’austerity profilata anche da altri importanti nomi dello scenario europeo.

A fronte di un incremento di circa il 32% da febbraio 2012 a febbraio 2013, BNP Paribas ha infatti annunciato un dividendo di 1,50 euro, correggendo al ribasso il dividend yield atteso, equivalente al 3,28% rispetto ai 45,70 euro a cui è scambiato il titolo sulla Borsa di Parigi.
 

Fiat e Finmeccanica

Rimangono anche quest’anno senza dividendi gli azionisti di Finmeccanica e Fiat che confermano per il secondo anno consecutivo l’assenza al Div Day, sebbene Fiat Industrial abbia distribuito lo scorso 24 aprile 22,5 centesimi, lasciando così la presenza del marchio Fiat nello “spuntino” di stagione dopo lo spin off datato 2011.

Pesanti le reazioni degli azionisti della casa automobilistica di Torino lo scorso gennaio all’indomani dell’annuncio di una mancata cedola, sebbene il titolo, grazie alla macchina di Detroit, abbia difeso la propria struttura finanziaria. Gli azionisti hanno cosi potuto beneficiare di un ritorno agli investimenti sul titolo automobilistico inanellando dai 4,45 euro a cui era scambiato lo scorso gennaio un rendimento di oltre il 20% rispetto ai 5,36 euro della giornata del 15 maggio.

Gli analisti non si attendono tuttavia alcuna cedola nemmeno per il prossimo anno al contrario di quanto previsto per Finmeccanica. Lo spoglio dei conti finanziari relativi all’esercizio 2012 dello scorso aprile non ha infatti mostrato particolari criticità bensì un miglioramento non solo del dato relativo alla perdita netta ma, al netto di alcune operazioni straordinarie, anche un risultato positivo. Il colosso della Difesa tuttavia, in virtù di una riduzione attesa della crescita degli ordini per l’esercizio in corso ha preferito mantenere inalterata la cassa. Lo scotto scontato per il mancato dividendo è stato tuttavia ampiamente rimarginato nella prima quindicina di maggio, con il titolo in sostanziale parità rispetto a inizio anno.










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