lunedì 3 giugno 2013

Analisi azioni Saipem

Tra indagini in Algeria e profit warning La prima parte del 2013 si è rivelata alquanto turbolenta per Saipem. Prima l’inchiesta sulle presunte tangenti in Algeria che ha portato alle dimissioni dei vertici della controllata di Eni, poi il profit warning lanciato a sorpresa lo scorso 29 gennaio costato una perdita del 34% in Borsa in una sola seduta.

Per il 2013 la società di ingegneristica per il settore petrolifero prevede una riduzione di circa l’80% del risultato operativo rispetto al 2012. Un fulmine a ciel sereno per un’azienda che rimane comunque un’eccellenza nel panorama industriale italiano. Le difficoltà di quest’anno si sono intraviste nei conti del primo trimestre che Saipem ha archiviato con un utile netto di 110 milioni di euro, in calo del 52% rispetto ad un anno fa.


Nell’intero esercizio i profitti dovrebbero attestarsi a 450 milioni e l’Ebit a 750 milioni. I nuovi vertici del gruppo hanno comunque assicurato che nel 2014 si vedrà un chiaro recupero dei margini. Nel frattempo la Consob sta facendo accertamenti su un’eventuale violazione delle norme sull’insider trading legata alla cessione del 2,3% di Saipem da parte di un investitore istituzionale proprio 24 ore prima del profit warning e del crollo in Borsa. Valore del titolo dimezzato A Piazza Affari Saipem ha perso circa 30 punti percentuali da inizio anno portandosi in area 20 euro. Un livello impensabile solo qualche mese fa, visto che a settembre il titolo aveva sfi orato la soglia dei 40 euro.

Dopo il profit warning, costato ben 4,5 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola seduta, sono arrivati anche una raffica di downgrade da parte degli analisti. Assorbito lo shock, molti esperti hanno fatto sapere di vedere come un’opportunità d’acquisto gli attuali livelli dell’azione, raggiunti solo per la seconda volta in dieci anni.

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