martedì 25 giugno 2013

Il platino è un buon investimento? Previsioni quotazioni

La tensione resta alta Dopo sette anni di surplus, nel 2012 si è registrato un defi cit per il mercato del Platino. Stando ai dati diffusi dalla società di consulenza Gfms in occasione della presentazione del “Platinum and Palladium Survey 2013”, il disavanzo è stato provocato dagli scioperi che hanno ridotto l’offerta in arrivo dal Bushveld Complex, la struttura geologica sudafricana che rappresenta la più grande riserva mondiale di questo metallo.

I dati elaborati da Gfms vedono l’offerta complessiva del 2012 scesa ai minimi da nove anni a 7,1 milioni di once, il 10% in meno rispetto al dato precedente. La situazione è lungi dall’essersi risolta alla luce del piano di ristrutturazione annunciato da Anglo Platinum (che dovrebbe passare per il blocco totale di due miniere e per circa sei mila licenziamenti) e dell’avvio delle trattative in vista dei rinnovi contrattuali biennali. “Nei prossimi due mesi assisteremo a interruzioni signifi cative dell’offerta”, ha dichiarato William Tankard, direttore della ricerca di Gfms.

Pesa la debolezza dell’automotive europeo Il Platino è una commodity sui generis. Da un lato è un metallo prezioso, e quindi uno strumento per proteggere il valore di un investimento nelle fasi d’incertezza, dall’altro gode di una forte valenza industriale, e di conseguenza è direttamente correlato con l’andamento del ciclo economico.

Oltre il 35% delle richieste arriva dall’industria dei gioielli mentre il 40% della domanda è appannaggio del comparto auto, dove questa materia prima è utilizzata nella produzione di marmitte catalitiche per motori diesel (per i catalizzatori dei motori a benzina si utilizza il palladio). Secondo i dati contenuti nel “Platinum and Palladium Survey”, l’anno scorso la domanda di Platino è cresciuta di un punto percentuale a 7,2 milioni di once e quest’anno, alla luce della debolezza del comparto auto nel Vecchio continente (dove i motori diesel sono maggiormente sviluppati), il dato non dovrebbe far registrare grandi scossoni.

Oltre che con la debolezza del contesto macro, la domanda di Platino in arrivo dall’automotive dovrà fare i conti anche con la concorrenza del palladio che grazie all’utilizzo di tecnologie innovative inizia a essere utilizzato anche per le vetture diesel. Blocchi produttivi dovrebbero sostenere i prezzi.
Alla luce delle tensioni che circondano le forniture in arrivo dal Sudafrica, è particolarmente diffi cile stimare l’andamento dei prezzi nei prossimi mesi. Nonostante la debolezza della domanda e l’abbondanza delle scorte (che nel 2012 si attestavano a 4,3 milioni once, pari a un intero anno di produzione sudafricana o a sette mesi di consumi), i possibili blocchi dell’attività produttiva nelle miniere sono destinati a spingere al rialzo le quotazioni.

Non a caso la stima 2013 di Gfms prevede un range di prezzo particolarmente ampio e pari 1.375-1.750 dollari l’oncia con un dato medio vicino ai 1.600 dollari, quasi il 10% in più rispetto ai livelli attuali. “Il prezzo del Platino anche nel 2013 sarà condizionato dai fattori relativi l’andamento dell’offerta”, ha detto Tankard. Lo studio della stagionalità dei prezzi ha evidenziato come in genere il massimo annuo venga raggiunto a cavallo dei mesi di giugno e luglio.

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