venerdì 28 giugno 2013

Strategie di investimento in obbligazioni convertibili

Con i rendimenti del reddito fisso scesi in cantina, governativi virtuosi in testa, per acchiappare qualche euro di guadagno, si è costretti a guardare alle Borse. Dove, però, ancora non c'è pace. Con la volatilità che non demorde, per chi si avventura sui singoli titoli, il rischio resta alto.

«Certo — spiega Maria Municchi investment specialist di M&G Investment — sui listini ci sono società sane, con buoni fondamentali e margini di crescita, che rappresentano interessanti opportunità d'investimento, ma poiché sull'andamento del mercato azionario influiscono diversi fattori esterni, macroeconomici e geopolitici, non è detto che gli effettivi risultati attesi dalla singola azione, possano essere raggiunti».

Allora che fare? Per Municchi, nell'attuale contesto, caratterizzato dall'incertezza sui tassi e dall'economia che marcia a passo di lumaca, una scappatoia può essere l’obbligazione convertibile. Un ibrido, tra un bond e un’azione. Garantisce una cedola fissa, ma incorpora l'opzione per inseguire i listini, quando ne vale la pena.

«Se il mercato sale si partecipa al rialzo — dice Municchi —. Se scende, l'opzione perde valore, ma la componente obbligazionaria resta fissa, quindi, rispetto alla singola azione, la perdita è più contenuta, così come il guadagno ». Nella peggiore delle ipotesi, se il titolo è tenuto fino a scadenza, l'investitore si rimetterà in tasca il capitale nominale. Il guadagno, in questo caso, deriva dalle cedole regolarmente distribuite durante la vita del titolo.

In pratica, la convertibile è un’azione con il salvagente o, se si preferisce, un'obbligazione con l'acceleratore che si traduce in un derivato. Per tale motivo, dunque, diversamente da quanto potrebbe sembrare a prima vista, la convertibile è un titolo da maneggiare con cura. Non va bene per tutti: è un investimento indicato per investitori con profilo di rischio alto. Così per massimizzare il rendimento, tenendo contemporaneamente sotto controllo la volatilità e ottenere un'asimmetria di rendimento, M&G Investments, nel 2007, ha costituito un fondo che investe esclusivamente nelle convertibili di tutto il mondo, con un’attenta selezione dei titoli.

«Siamo contrari all'allocazione per aree geografiche — aggiunge Municchi —. Scegliamo i titoli sulla base dei fondamentali, in particolare guardiamo alle cedole, ma alle società che distribuiscono già alti dividendi, privilegiamo quelle con buone prospettive di crescita». Attualmente le migliori opportunità sono state trovate negli Stati Uniti, dove il fondo ha impiegato il 40% del capitale, mentre per il 25% è investito in società francesi, inglesi e tedesche. Il resto è suddiviso tra Russia, Hong Kong, Singapore e Giappone.

La società che non ha un’unica visione di casa, ma ogni team gestisce il portafoglio secondo un proprio criterio, attualmente è sottopesata sull’Italia. Una scelta motivata con il fatto che oggi le uniche buone opportunità nel nostro Paese siano rappresentate da alcune obbligazioni corporate e da quelle legate all'inflazione. M&G Global Convertibles Fund dal lancio (2007) si è rivalutato del 3,5% lordo su base annua. Nel secondo semestre di quest'anno è prevista anche la distribuzione di un coupon annuale.

0 commenti:

Posta un commento