giovedì 6 giugno 2013

Cedole azioni italiane–le migliori

cedole-azioni-italianeBattere l’inflazione? In Borsa non è una cosa da poco. Negli ultimi dieci anni, tra i più terribili dei mercati finanziari, solo 17 titoli sui 40 dell’Ftse Mib sono riusciti a far meglio del costo della vita: +22,1%. C’è da sottolineare, però, che si sono registrate performance stellari come il +809% di Tenaris, il +452% di Tod’s e il +358% di Campari.

La pattuglia dei campioni comprende, oltre alle società con una forte vocazione internazionale, quelle con una leadership nel settore di riferimento come Pirelli (101%) e Luxottica (337%) o esposte a grandi cicli espansivi degli investimenti soprattutto nel campo dell’energia come Saipem (+307%), Snam (+271%) ed Eni (+137%).


Cedole generose

Ma, ora che l’inflazione ha abbassato la testa, è aumentato il numero di titoli che, grazie ai divendi, sono in grado di offrire un rendimento, sia pure lordo, pari al doppio del costo della vita.
I titoli sono 16 e 10 di questi sono anche in grado di battere il rendimento del Btp decennale (4,17%). «Per spuntare qualche decimale in più dell’inflazione — spiega Marco Paolucci amministratore delegato di Luxgest Asset Management— senza correre grandi rischi, la scelta è abbastanza obbligata ed è quella delle società che operano su concessione o in mercati regolamentati. Tra le blue chip segnaliamo Snam, Terna e Atlantia. Società per nulla esposte al ciclo economico con ricavi che sono allineati all’andamento dell’inflazione a cui viene aggiunto un premio in funzione di vari parametri tra cui per esempio gli investimenti ».

Proprio Atlantia è uno dei pochi titoli che fa parte di entrambe le classifiche avendo guadagnato l’88% in 10 anni e offrendo un rendimento atteso del 6% circa. Snam e Terna non entrano in classifica, ma solo perché non erano ancora quotate 10 anni fa. Ma oltre alla categoria dei titoli «protetti» potrebbero dare soddisfazioni anche le società che producono beni con una forte leva sui prezzi come quelli di lusso o che operano sul mercati dove il ciclo economico, e quindi il trend dei profitti, diverge nettamente rispetto al Vecchio Continente. Paolucci avverte che: «i titoli del lusso presentano un profilo di rischio investimento che non ci sentiamo di consigliare in questo momento mentre ci piacciono aziende come Fiat Industrial, leader in Nordamerica nel campo dei macchinari per l’agricoltura che consente agli investitori di agganciare un ciclo economico decisamente più espansivo.

Possiamo aggiungere anche Eni a questa lista considerata l’ottima posizione debitoria che consente di remunerare gli azionisti con generosi dividendi ». E, infatti, Eni occupa la seconda piazza sul podio delle società ad alto rendimento con uno yield del 6,3% mentre sulla lunga distanza guadagna il 138%. Fiat Industrial resta fuori da entrambe le classifiche, ma il rendimento della cedola superiore al 3%, per un’azienda industriale è di tutto rispetto. Proprio per le prospettive di crescita del mercato dell’agricoltura Natixis ha confermato il proprio giudizio buy, (comprare), con un target di 11 euro, che incorpora un rialzo del 30%. Secondo gli analisti della casa francese: «i risultati dell’esercizio 2012 sono stati migliori del consensus e nonostante il rialzo messo a segno da inizio anno crediamo che si sia spazio per raggiungere valutazioni in linea con i fondamentali».

Campioni di redditività assoluta nel corso degli ultimi 10 anni sono stati però tre titoli con storie molto diverse: Tenaris, Tod’s e Campari. La prima ha saputo cavalcare nel migliore dei modi il boom degli investimenti nel campo petrolifero ed è salita addirittura di quasi 9 volte rispetto ai prezzi del 2003. Ma nonostante questo boom, il titolo piace ancora agli analisti di Websim.it che di recente hanno alzato il giudizio da neutrale a interessante e portato il prezzo obiettivo a 17,50 euro da 14. «Lo scenario del mercato di riferimento di Tenaris è ancora molto incerto a causa del ribasso del prezzo del petrolio—spiega Mauro Vicini, direttore dell’ufficio studi —. La promozione è quindi solo parzialmente riconducibile ai fondamentali, si tratta sostanzialmente di una scelta tattica: consigliamo l’acquisto di un titolo in grado di offrire protezione in questo contesto di incertezza politica ».

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