domenica 23 giugno 2013

Previsioni mercati azionari 2013 - Usa Europa e emergenti

Nonostante i molti problemi macroeconomici irrisolti, diversi economisti ed analisti sono dell’idea che la fiducia degli investitori nei mercati azionari aumenterà ulteriormente nei prossimi mesi. Berndt Fernow della LbbW sostiene: “L’andamento fondamentalmente sano dovrebbe garantire ulteriore sostegno ai corsi azionari nei mesi a venire. La fiducia di base degli investitori dovrebbe dare respiro al mercato azionario anche in caso di piccoli ribassi”. E Claudia Windt della Landesbank Hessen- Thüringen Helaba aggiunge: “Questa prospettiva della politica monetaria (ndr: la Banca Centrale Europea) mette le ali alla voglia di rischio degli investitori, portando vantaggi alle azioni ma allo stesso tempo mettendo sotto pressione obbligazioni statali e Treasuries USA”.

Il FMI presuppone che l’economia mondiale nel 2013 crescerà di circa il 2,9% rispetto all’anno precedente. Non si tratta di una cifra record, ma nel migliore dei casi di un valore medio superiore; tuttavia considerando l’inizio della crisi nel 2009 e la crisi del debito sovrano ancora attuale negli USA e nell’Eurozona si tratta di un numero che soddisfa molti investitori.

Uno sguardo alle diverse regioni mette però in evidenza che i Mercati emergenti e le economie in via di sviluppo giocano ruoli sempre più determinanti in materia di crescita dell’economia mondiale. Se durante la crescita economica negli anni Ottanta questi Paesi si trovavano ancora dietro le Nazioni industriali classiche, dalla fine degli anni Novanta hanno cominciato a volare alto.

Quasi allo stesso tempo le Nazioni industrializzate hanno perso forza ed hanno perso il passo con risultati al di sotto della crescita media dell’economia mondiale. Questo andamento è destinato ad acuirsi nei prossimi anni. Perchè mentre in Occidente e Giappone prima o poi sarà necessario frenare i debiti e consolidare i bilanci statali, Paesi come la Cina andranno invece a gonfie vele. Contano su grandi riserve valutarie, che potranno essere investite in futuro. Tuttavia le riserve valutarie non sono prive di rischi.

Siccome in gran parte le riserve vengono mantenute in Dollari americani o in obbligazioni USA, gli osservatori dei mercati si chiedono quanto valgono effettivamente queste riserve “sotto la riga”. E’ anche possibile che un giorno la Cina debba rinunciare ad una parte dei suoi crediti – fedele al motto “Mal comune, mezzo gaudio” –, per non spingere gli USA all’insolvenza. La Cina invecchia... La Cina presenta un problema che viene trascurato nelle analisi di molti sostenitori dei mercati emergenti. Sulla base della la politica del figlio unico introdotta dallo Stato, la popolazione invecchia sempre più nella Repubblica Popolare. Diversi esperti parlano addirittura di una bomba ad orologeria demografica, come quella del Giappone. La quota di sessantacinquenni nella popolazione cinese si attesta attualmente a circa il 9%. Al più tardi nel giro di 20 anni questa cifra dovrebbe salire a oltre il 20%, diventando più alta rispetto a quella degli USA. Tale tendenza potrebbe ancora accelerare, in quanto gli USA continuano ad essere il Paese di immigrazione preferito. Tra l’altro specialmente i giovani acculturati lasciano la Cina.

Ciò nonostante l’economia cinese nei prossimi anni potrebbe crescere molto. Dopo che diverse regioni costiere hanno sperimentato una vertiginosa trasformazione, ora Pechino rafforzerà specialmente l’economia interna e si concentrerà sulle regioni interne. La costruzione della linea ferroviaria che conduce all’altopiano del Tibet è solo un esempio. Perchè senza infrastrutture le regioni distanti da Pechino non riescono a svilupparsi. Nel 2013 la crescita economica cinese ha di nuovo registrato un rialzo di oltre l’8%, dopo che il FMI per il 2012 aveva previsto “solo” una crescita del 7,8%

Le azioni statunitensi attirano gli investitori. Negli Stati Uniti un numero sempre maggiore di analisti rimanda ad una valutazione a confronto positiva del mercato azionario. “Le migliori opportunità derivano dal mercato azionario statunitense, il cui rapporto prezzo-utili continua ad attestarsi al di sotto della media degli ultimi vent’anni e le cui imprese sono in grado di generare profitti per i loro azionisti”, sostiene Alberto Gallo. In combinazione con i risultati positivi delle imprese, come quelli di Alcoa, è possibile prevedere un andamento al rialzo della Borsa, come sperano alcuni osservatori dei mercati.

Negli Stati Uniti viene riposta molta speranza anche nelle riserve interne di petrolio e gas. Da alcuni anni Washington tenta di promuovere entrambe le materie prime. “A partire dal 2020 gli Stati Uniti potrebbero probabilmente diventare il maggiore produttore di petrolio al mondo [...] La conseguenza sarebbe la drastica riduzione delle importazioni di petrolio statunitensi, facendo diventare il Nord America un esportatore netto di petrolio attorno al 2030”.

La riorganizzazione dell’Eurozona da comunità competitiva a comunità a responsabilità è in pieno corso. Questo potrebbe non piacere a molti critici in Germania, ma potrebbero trascurare il fatto che l’Europa si stringe sempre più economicamente e politicamente tramite la comunità a responsabilità.
Rimane fermo il punto che le prospettive per i mercati azionari negli ultimi mesi del 2013 si sono fortemente stabilizzate. In particolare il mercato azionario statunitense e la periferia dell’Euro nel 2013 hanno potuto approfittare di una crescente predisposizione al rischio degli investitori e di migliori prospettive aziendali di base. Per la Cina il 2013 potrebbe rappresentare un anno chiave: il passaggio di successo da una crescita puramente quantitativa ad una crescita sempre più qualitativa. Di principio agli investitori si raccomanda anche nel nuovo anno di agire con prudenza.

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