sabato 1 giugno 2013

Investire in obbligazioni nel 2013 dopo il brillante 2012

Mai come nel caso delle gestioni obbligazionarie, di questi tempi, vale l’avvertenza che le performance passate non sono garanzia di analoghi risultati futuri.

È bene ricordarlo nel momento in cui si dà un’occhiata ai risultati di medio periodo delle principali categorie di investimento a reddito fisso. Con performance a 3 anni del 16,61% per i corporate bond, del 19,9% per le obbligazioni governative globali, del 23,88% per i bond ad alto rischio e addirittura del 41,4% per le obbligazioni dei Paesi emergenti. Inutile dire, fra l’altro, che le migliori gestioni, all’interno di questi segmenti, hanno ottenuto performance a tre anni nettamente superiori a quelle dell’indice di riferimento.



E questo principalmente grazie alla selezione dei bond in portafoglio e soprattutto al «timing » dell’investimento, la scelta del momento più opportuno per vendere e per acquistare i titoli. Scenario Il mercato del reddito fisso ha goduto negli ultimi tre anni di uno scenario di mercato estremamente favorevole a livello globale. Per fronteggiare la crisi economica e finanziaria che ha colpito quasi tutte le economie avanzate, le banche centrali di tutti i paesi, in particolare negli Stati Uniti, in Giappone, in Gran Bretagna, ma anche le autorità monetarie dell’euro a Francoforte, hanno ridotto il costo del denaro.

Il calo dei tassi di interesse, crollati praticamente a zero negli Stati Untiti e in Giappone ha favorito, come sempre accade in questi casi i titoli obbligazionari già emessi. Che hanno acquistato di valore aumentando di prezzo sul mercato secondario. E facendo di conseguenza crescere il valore dei portafogli dei fondi di investimento obbligazionari che investono nelle varie tipologie di emissioni a reddito fisso.

Adesso che il processo di riduzione dei tassi di interesse è giunto al termine, molti fund manager temono un rialzo dei tassi, che secondo gli economisti, almeno per il resto del 2013 non dovrebbe verificarsi. E tuttavia, l’impossibilità di nuovi cali (i tassi di interesse non possono diventare negativi!) fa sì che i margini di guadagno delle gestioni obbligazionari si limitino, sostanzialmente, alla cedola pagata annualmente dai bond.

Prospettive e previsioni per il 2013

Se questo è vero a livello generale, le prospettive di rendimento delle singole sottocategorie sono tuttavia differenziate. Per rimanere alle obbligazioni governative, molti fund manager si attendono ancora risultati positivi da quelle gestioni specializzate sulle emissioni dei titoli di Stato dei paesi periferici dell’euro (Italia compresa), nell’ipotesi che lo spread (differenziale di rendimento) contro il Bund tedesco si riduca ulteriormente.

Analogamente le obbligazioni societarie investment grade, le emissioni ad alta sicurezza, hanno raggiunto livelli di prezzo così elevati (e di rendimento così basso) che è difficile ipotizzare performance future particolarmente elevate per i fondi specializzati in questa categoria di titoli.

Non è lo stesso, secondo i fund manager, per le gestioni focalizzate sui bond high yield, alto rischio, alto rendimento. In questo caso, così come per i fondi che puntano sulle obbligazioni convertibili in azioni, c’è la possibilità che una crescita del mercato azionario (trainato da un ripresa dell’economia nella seconda metà dell’anno) possa avere effetti positivi anche sulle obbligazioni corporate ad alto rendimento. Un panorama articolato, come si vede. Che diventa ancora più complesso quando si considerano le emissioni dei Paesi emergenti. Spinte al rialzo, fra l’altro, dalla rivalutazione delle divise di riferimento, un processo non certo esaurito. Quindi attenzione al reddito fisso.

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