domenica 23 giugno 2013

Mercato azionario–commento di fine giugno

Indici settoriali MSCI

La scorsa settimana sui principali mercati equity si sono registrate moderate variazioni in calo, come sottolineato dal movimento degli indici settoriali Morgan Stanley relativi alle tre aree principali di riferimento che, tuttavia, non hanno mostrato una fase di ipervenduto. La rinnovata incertezza messa in luce dagli investitori, infatti, ha mantenuto gli oscillatorti all’interno della fascia “neutrale” intemedia. Nell’Area euro, così, si è registrato un eccesso di forza di vendita solo per industriali ed energetici, mentre in Giappone l’ipervenduto ha colpito unicamente i finanziari. Per gli Stati Uniti, viceversa, si segnala l’ipercomprato sulle telecomunicazioni e la prossimità col livello inferiore delle bollinger bands per le aziende della tecnologia.


A livello di variazioni, si rileva la flessione di tutti i settori delle tre aree di riferimento nell’orizzonte temporale ad un mese. Stessa sorte per l’Eurozona nell’ottica ad una settimana che ha visto, invece, il rialzo delle sole telecoms negli USA e unicamente delle utilities in Giappone. Ampliando periodo di analisi, nel Vecchio Continente e a Wall Street le società più brillanti a tre mesi e ad un anno sono le health care. A Tokio, invece, su tali archi temporali le peggiori sono le energy e le migliori telecoms e utilities.

Graficamente, nelle tre piazze benchmark lo stocastico si trova in una fase intermedia e le quotazioni hanno momentaneamente arrestato il veloce ritracciamento iniziato a fine maggio scorso.
 

Ftse Mib

Riguardo all’indice delle blue chips italiane, l’indicatore stocastico slow a quota 17 indica una prevalente pressione in vendita che, nella fattispecie, coinvolge più della metà delle società componenti il paniere. Tra queste, si pone l’attenzione su Saipem che nel weekend ha diffuso un nuovo profit warning – il secondo in sei mesi – rivedendo al ribasso le stime sui risultati 2013, a causa del deterioramento della posizione commerciale in Algeria e di una serie di criticità su due contratti in Messico e Canada. Le quotazioni, in questo senso, presentavano già una fase calante di medio periodo, così come per Telecom Italia ed Eni.

Tra i titoli che mostrano un livello di stocastico slow alto, sebbene non ancora in ipercomprato, si segnala soprattutto Autogrill che è anche in prossimità del livello superiore delle bollinger bands, fa registrare un incremento dei volumi medi scambiati, mostra una tendenza positiva dei prezzi nel medio periodo e vede una relative performance al di sopra di quella del paniere nell’analisi fino ad un anno.

Graficamente, le recenti tre settimane hanno messo in luce un veloce e cospicuo ripiegamento dell’indice che, dopo il break-down del supporto in area 16'400 ha accelerato fino all’avvicinamento a quota 15'600. L’attuale tentativo di pull-back, farebbe presupporre una nuovo trading-range come quello tra fine febbraio e l’ultima decade di aprile, con la possibilità di andare a testare verso l’alto ancora quota 17'200.
 

EuroStoxx50

Relativamente all’indice azionario di riferimento sull’Area euro, anch’esso ha messo in luce una fase quasi di ipervenduto dello stocastico slow, non evidenziando alcun titolo con intonazione opposta. In dettaglio, tra quelli che si sono messi in evidenza per l’eccesso di forza in vendita, si segnala l’italiana Eni che ha anche registrato un trend discendente di medio periodo e una variazione rispetto al paniere negativa nei periodi presi in considerazione, fino ad un anno. Proseguendo nell’analisi, si segnala il momento discendente di medio periodo anche per ArcelorMittal – che presenta pure una delle peggiori relative performance – e Rwe.

Viceversa, su Axa si rileva una tendenza positiva dei prezzi e una buon andamento nei confronti del benchmark. In aggiunta, Repsol, Iberdrola e Inditex hanno fatto segnare un deciso aumento dei volumi scambiati; mentre i prezzi di Siemens e Air Liquid sono giunti in prossimità del livello inferiore delle bollinger bands.

Dal punto di vista grafico, l’indice EuroStoxx50, dopo aver raggiunto il massimo relativo in area 2'840, sulla rinnovata debolezza dei mercati nelle ultime sedute ha ripiegato decisamente con accelerazione fino area 2'640. Su tale supporto, tuttavia, le quotazioni hanno mostrato un rimbalzo che fa prospettare il tentativo
 

Dow Jones

Per quanto concerne l’indice delle 30 società di riferimento degli Stati Uniti, esso risulta in una fase perfettamente intermedia del proprio oscillatore stocastico, come testimoniato dalla quota pari a 50 dello stesso e dalla presenza perfettamente bilanciata di tre titoli in ipervenduto e tre in ipercomprato. Tra i primi, si pone l’attenzione su Du Pont che, oltre ad aver segnato un calo del 5% settimanale, ha rotto al ribasso il livello inferiore delle bollinger bands penalizzato da una primavera eccessivamente umida. Alcoa, d’altra parte, sta realizzando la relative performance peggiore sul periodo sino ad un anno.

Tra le società in ipercomprato, invece, Unitedheath è quella attualmente in una fase ascendente di medio periodo della quotazione. Graficamente, sui timori di una prematura riduzione degli stimoli da parte della Fed, e su alcuni dati macro non del tutto incoraggianti, il Dow Jones ha visto il recente break-down del canale rialzista tracciabile dai minimi relativi di metà novembre 2012, per appoggiarsi in area 14'850, corrispondente al 23.6% di ritracciamento di Fibonacci. Nel dettaglio, le recenti sedute stanno evidenziando un contesto più incerto e volatile che fa presupporre un trading-range laterale se dovesse fallire il tentativo.











0 commenti:

Posta un commento