martedì 25 giugno 2013

Investire in titoli di Stato italiani, europei e USA

titoli di statoNel corso dell’ultima settimana si è assistito ad un generalizzato ribasso delle curve dei rendimenti che in Europa, ad esclusione della Grecia, si sono mostrate particolarmente marcate su Irlanda e Portogallo.

Un calo degli yields ha caratterizzato anche i titoli tederschi, mentre una flessione di entità modesta ha interessato i benchmarks statunitensi. L’interesse degli investitori ha premiato soprattuto i bonds a media e lunga scadenza.
In dettalio, entrambe le Aree sono state condizionate dal clima di cautela in vista dell’esito della riunione del FOMC della Fed – in agenda oggi e domani – che potrebbe da un lato confermare tassi straordinariamente bassi per un periodo ancora prolungato, dall’altro decidere di rallentare il ritmo degli acquisti di assets finanziari alla luce del miglioramento del contesto macroeconomico. L’eventuale rientro dalle operazioni di quantitative easing dovrebbe, tuttavia, avvenire molto gradualmente e non si esclude un rinvio di una decisione in tal senso.

Tali presupposti sono stati sostenuti dalla pubblicazione dei dati sulla produzione industriale statunitense relativi al mese di maggio (invariata rispetto al periodo precedente) e sulla fiducia dei consumatori di giugno, inaspettatamente in calo, che hanno confermato uno scenario di una ripresa ancora fragile. Nell’ambito europeo, nella prima parte della settimana i corsi dei benchmarks governativi dell’Area hanno evidenziato una contrazione, colpiti dalle vendite generalizzate che hanno visto gli investitori prendere profitto su pressoché tutti gli assets, anche sui bond “core”, in un contesto di rinnovata incertezza e volatilità dei mercati finanziari. Alle preoccupazioni di arretramento della politica di espansione monetaria garantita dalle principali Banche centrali, si sono aggiunti i timori legati alla valutazione di legittimità costituzionale del programma OMT e del fondo ESM in corso in Germania. I governativi europei hanno proseguito con rialzi favoriti dalle prese di beneficio da parte degli investitori, in scia al calo dell’azionario in conseguenza anche alla possibile moderazione degli stimoli monetari da parte della Fed.

I governativi Usa hanno subito un rialzo nei titoli a breve mentre sono rimasti sostanzialmente stabili in quelli a più protratta scadenza. Nella prima parte del periodo considerato, i bond statunitensi hanno mostrato ribassi per via del buon livello raggiunto dai tassi di interesse che ha attirato gli acquisti con il flight-to-quality che è scaturito dalla delusione per la mancata decisione circa ulteriori stimoli all’economia da parte della Banca del Giappone. Quest’ultima ha deluso le aspettative in termini di modifica della durata delle operazioni di rifinanziamento e ha mantenuto invariate le misure di stimolo.

Secondo la Banca centrale, la valutazione dell’economia migliora ed essa prevede una graduale e moderata ripresa pur in presenza di fattori di elevata incertezza. La yield curve ha subito un movimento verso il basso nelle scadenze brevi e intermedie, a causa della debole domanda riscontrata in occasione dell’asta di treasuries a tre anni da 32 miliardi di dollari. Ad appesantire il secondario americano ha, inoltre, contribuito la scarsa domanda per il titolo decennale offerto in asta per 21 miliardi di dollari.

Nella seconda parte della settimana, i titoli Usa hanno beneficiato del buon andamento della terza emissione della settimana, quella di trentennali, dopo le aste a tre e dieci anni oltre che delle minori convinzioni che la Fed sia intenzionata a ridurre nel breve termine il programma di acquisto titoli. Un parziale freno alla crescita dei titoli americani è giunto dai dati macroeconomici incoraggianti inerenti ai sussidi settimanali di disoccupazione e alle vendite al dettaglio.

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