sabato 22 giugno 2013

Azioni italiane su cui investire con i tassi bassi

Tassi bassi, piatto ricco. A dare slancio a Piazza Affari sono stati soprattutto i titoli bancari seguiti da quelli industriali e del comparto delle utilities e dell’energia che hanno registrato rialzi doppi rispetto a quelli dell'indice delle blue chip. Il mercato è stato guidato dalle aspettative che la recente riduzione dei tassi di interesse (da 0,75% a 0,50%) avrà sulla crescita degli utili futuri e dall'alleggerimento della pressione sui bilanci delle società più indebitate. Futuro Ma il bello deve probabilmente ancora venire, dal momento che l'indice di Piazza Affari si trova del 6% circa sotto i massimi dello scorso gennaio, mentre le altre Borse fanno segnare quasi quotidianamente nuovi massimi storici.

A guidare la prosecuzione del rialzo potrebbero essere Enel, Telecom Italia, Luxottica, Campari, Pirelli e Fiat. Ma anche le banche. Patrizio Pazzaglia del wealth management di Banca Leonardo spiega che, «Draghi ha fatto balenare la possibilità di una penalizzazione sui rendimenti per i depositi bancari presso la Bce stabilendo di fatto che chi non darà denaro in prestito alle imprese verrebbe penalizzato con tassi di rendimento negativi».

Questa scelta potrebbe aiutare soprattutto le piccole e medie imprese industriali che stanno soffrendo per la mancanza di credito. Ma in generale saranno i titoli delle società fortemente indebitate, o i cui modelli di valutazione si basano sull'andamento dei tassi di sconto, a trarre i maggiori benefici nel breve termine.

Il caso più tipico è quello delle utilites e, in questo caso, secondo Pazzaglia la favorita è Enel. La società guidata da Fulvio Conti ha un debito netto di oltre 42 miliardi di euro rispetto a una capitalizzazione di Borsa di circa 24 miliardi. Una situazione che gli addetti ai lavori definiscono a leva, che lega molto i destini dell'andamento di Borsa del titolo alle aspettative circa la sostenibilità finanziaria. È ovvio che l'alleggerimento dei tassi non può che giocare a favore della fiducia del mercato. Ma Enel non vuole rischiare e ha annunciato un piano di dismissione di attività considerate non strategiche per 6 miliardi entro fine 2014.

Stessa sorte per Telecom Italia alle prese con un debito di 28 miliardi alla fine del 2012 rispetto a un valore di mercato di 11 miliardi. Il taglio di Draghi darà ossigeno ai conti del gruppo ma Franco Bernabè ha comunque in programma una serie di opzioni tra le quali la valorizzazione anche attraverso la quotazione della società proprietaria della rete di accesso valutata (al lordo dei finanziamenti) tra 10 e 15 miliardi. Il mercato è però molto prudente su questo fronte tanto è vero che i giudizi degli analisti sul titolo, rilevati da Bloomberg, si equivalgono tra giudizi positivi e neutrali. Da inizio anno Telecom registra un calo del 6,5%.

Il tema dei tassi non dovrebbe avere grandi influenza invece sul settore bancario. «In questo caso—continua Pazzaglia — l'effetto è quasi di compensazione poiché da una parte migliora la performance del portafoglio di titoli governativi, ma dall' altra ne risente negativamente l'attività di impiego. Si riduce la forbice dei tassi attivi e passivi sui cui le banche fanno margine».

Banca Intesa e Unicredit sono i titoli preferiti per l'Italia da Deutsche Bank che in un recente report ha messo in evidenza come i risultati in uscita nel prossimo trimestre dovrebbero proprio mettere in evidenza un calo del risultati del margine da interesse netto rispetto invece a un deciso aumento del risultato da portafoglio titoli.

Ritardatari Ma la nuova iniezione di liquidità dovrebbe dare fiato all'attività industriale: i titoli ciclici sono stati i grandi assenti del recente rialzo. In questo caso gli effetti positivi dovrebbero arrivare anche da un indebolimento dell'euro logica conseguenza del calo dei rendimenti. «Ma per ora— conclude Pazzaglia — questo effetto non si è ancora visto per effetto dei massicci flussi di capitali verso i bond dei Paesi periferici. In ogni caso vediamo ancora favorite le azioni orientate all'esportazione come Campari, Luxottica e Pirelli e in misura minore Fiat».

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