La chiave del suo successo? Avere ripetuto come un disco rotto sempre la stessa previsione: «I tassi d’interesse americani scenderanno », è stata la sua risposta martellante negli ultimi 30 anni. E in effetti è andata così. I tassi d’interesse sono scesi e (di conseguenza) i titoli del debito sono saliti.
Ma oggi il trentennale Usa rende appena il 3,1% e il decennale solo l’1,9%. Sono tassi lillipuziani: come si possono comprare titoli con rendimenti così magri? Shilling risponde che lui acquista i bond Usa non per il rendimento, ma perché scommette su un futuro apprezzamento di quel debito, che si verificherà se i tassi d’interesse continueranno a scendere.
«Io ragiono come gli investitori azionari», dice Shilling. «La borsa americana stacca in media un dividendo di appena il 2%, però la gente compra ugualmente le azioni perché punta su un loro futuro rialzo, certo non per il dividendo. Io faccio lo stesso: compro i bond perché mi aspetto che salgano di prezzo. In particolare, se il rendimento del trentennale scenderà dal 3% al 2%, il relativo titolo guadagnerà circa il 25%. Questa è la mia scommessa. E i tassi d’interesse scenderanno perché siamo in deflazione, cioè in un periodo in cui l’inflazione sta scivolando in negativo ».
«La deflazione è una fase nella quale il livello generale dei prezzi tende a scendere, cioè invece di avere un’inflazione positiva, ne abbiamo una negativa ».
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